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Mercoledì 26 SETTEMBRE 2018 I mercoledi’ sera della PTS Il microbioma: importanza del dialogo tra intestino e cervello – nuove prospettive di interventi integrati

Dott.ssa Sabrina Ruggiero
Psicologa clinica, psicoterapeuta cognitivo comportamentale, allieva didatta della “PTS Training School”

Mercoledì 26 Settembre ore 21 a Roma, via di Santa Costanza 21

Partecipa all’evento gratuito e aperto a tutti
Prenota fin da ora chiamando il 3479296823

Il corpo umano è abitato da un insieme complesso di microorganismi, che tanti di noi conoscono sotto il nome di microbiota. Soprattutto a livello intestinale sappiamo che quando questi batteri, virus e funghi sono in equilibrio (in eubiosi), essi sono in grado di offrire innumerevoli benefici per la salute in generale. E’ tuttavia vero anche il contrario: un microbiota intestinale alterato (una disbiosi) ha una serie di conseguenze negative per il nostro organismo.

Tra tali conseguenze si annoverano non solo spiacevoli sintomi somatici o processi infiammatori, ma anche – come riportato con sempre maggior evidenza dalle ricerche sull’argomento – diversi disturbi legati a alterazioni del tono dell’umore, tra cui ansia e depressione.
La ricerca ha infatti dimostrato (Bangsgaard et al., 2012; Bailey et al., 2010 ecc.) come a un cambiamento della condizione psicologica ed emotiva indotta dallo stress corrisponda un’alterazione del microbiota anche in termini di composizione batterica.

E’ pertanto lecito chiedersi se siano la depressione o l’ansia a causare disbiosi intestinale o, al contrario, l’alterazione del microbiota a favorire lo sviluppo e/o l’aggravarsi di patologie legate a disturbi dell’umore e del comportamento. Fino a oggi, le ricerche sostengono che possano considerarsi valide entrambe le ipotesi, a seconda degli stimoli di stress e delle circostanze a cui siamo sottoposti, e che un ruolo non di poco conto possa essere svolto dalle modalità con cui ci nutriamo.

Questi scenari aprono nuove frontiere d’intervento anche per la psicoterapia, laddove si rivelerà sempre più decisivo l’aspetto della collaborazione interdisciplinare e di integrazione delle competenze. In tale ambito, l’uso di tecniche volte soprattutto alla gestione dello stress, come la mindfulness nelle sue declinazioni del protocollo “stress reduction”o anche del “mindfull eating”, interventi bottom-up quali l’EMDR, rappresentano strumenti efficaci nel trattamento di tali condizioni cliniche.